Nuovo Tardini, Coordinamento e Boys:

Il 31 gennaio 2023 ha segnato la conclusione del Percorso Partecipativo per il Nuovo Tardini. Lungi dal condurre a un’approvazione unanime del progetto, tale Percorso è stato piuttosto il riflesso di una città spaccata intorno a un argomento ancora oggi molto caldo e divisivo. Dopo aver dato parola alle 21 Associazioni firmatarie della Petizione contro il nuovo stadio, abbiamo dato la parola a uno dei bacini della cittadinanza che più hanno a cuore la questione, ovvero quello dei tifosi. In particolare, ci siamo focalizzati sulle voci più influenti della tifoseria crociata, come quelle del Presidente del Centro di Coordinamento Parma Clubs (CCPC), Angelo Manfredini, e del gruppo ultras dei Boys Parma 1977.

Tanto dalla dichiarazione rilasciataci da Manfredini quanto dal quaderno del processo partecipativo dei Crusaders emerge chiaramente un punto su cui entrambi i gruppi sono inamovibili a proposito del nuovo Tardini: l’Ennio è la casa dei tifosi, e come tale deve rimanere dov’è sempre stato, affacciato sul Piazzale Risorgimento nel cuore del quartiere Cittadella. Riguardo al progetto, tuttavia, le posizioni del CCPC e dei Boys assumono sfumature differenti, più conciliatrici per il primo, più scettiche per i secondi, a cominciare dalla prospettiva di almeno un paio di stagioni di sole trasferte per via dei lavori di rinnovamento. Se per gli ultras “è impensabile tenere chiuso lo stadio per due anni“, infatti, il Presidente Manfredini ha sottolineato come “per avere le cose belle servono anche dei sacrifici“.

CCPC: ristrutturazione o ricostruzione, ma lo Stadio non si muove

Nelle parole del Presidente del CCPC, essendo passati più di trent’anni dall’ampliamento e ammodernamento dello stadio, “non ha senso lasciarlo decadere ulteriormente“. Quanto alla decisione se optare per una ristrutturazione dell’attuale struttura o una ricostruzione ex novo, tuttavia, il Centro si rimette nelle mani della società Parma Calcio o della giunta comunale.

Ciononostante, il Coordinamento non ha mancato di avanzare alcune proposte riguardo al progetto. In particolare, i suggerimenti includono l’inserimento di “un’area per i bambini e una zona riservata agli anziani, per creare all’interno dello Stadio un autentico spazio di aggregazione” a beneficio della comunità, in alternativa alle “panchine attualmente sparse per il quartiere“. Nella stessa ottica, il Centro non si oppone all’introduzione di attività commerciali comodamente raggiungibili, che anzi esalterebbero la natura multifunzionale del Nuovo Tardini. In generale, vi è dunque una considerevole fiducia che, grazie alla proprietà Krause e al Comune, lo Stadio possa divenire “un fiore all’occhiello della città di Parma“, come già affermato dal Presidente a TV Parma.

D’altro canto, il Centro ha mostrato delle riserve riguardo al Percorso Partecipativo, giudicato poco produttivo. Le responsabilità sarebbero da attribuire non tanto all’amministrazione comunale quanto al Comitato Tardini Sostenibile, che avrebbe monopolizzato almeno due dei tre incontri insistendo sulla necessità di una delocalizzazione dello Stadio – “sostengono che lo stadio qua sia un danno per il quartiere e un danno anche a livello di salute“. In effetti, il CTS, pur essendo aperto a una ristrutturazione dell’impianto attuale senza alcuna demolizione, si è espresso a favore dello spostamento del Nuovo Tardini qualora Parma optasse per uno stadio multifunzionale. In tal senso, l’opposizione del Centro rimane ferma, sottolineando tutti i problemi che emergerebbero da un dislocamento: “mettiamo di fare lo stadio a Baganzola, dovremmo rivedere tutta la viabilità […]. E poi di questo stadio cosa ne facciamo? Ad abbatterlo dicono che crei le inquinanti polveri del cemento… Lo teniamo così com’è? Facciamo degli appartamenti nei magazzini e negli spogliatoi?

Foto Credits: Simone Buratti

Boys: guai a snaturare il Tardini

Dal canto loro, già nel 2021, i Boys inoltravano alla società Parma Calcio, al Comune di Parma e al responsabile del progetto una lettera per esprimere la propria posizione in merito al Nuovo Stadio Tardini. Un paio di anni dopo, a gennaio 2023, gli ultras crociati hanno inserito la medesima lettera tra i “Quaderni degli attori”, ossia i contributi di cittadini e stakeholder vari caricati sul sito Stadio di Parma. Sintomo che, nonostante il tempo passato, “ad oggi ci sembra sia rimasto tutto invariato“. Non esce dunque sotto i migliori auspici il comunicato di uno dei maggiori esponenti della tifoseria parmigiana, che già in altre occasioni aveva lamentato una scarsa considerazione da parte d’istituzioni e progettisti.

Come premessa alle proposte avanzate, i Boys non riconoscono la necessità impellente di una ristrutturazione, soprattutto se questa prevede un processo di demolizione e ricostruzione. Consci che il loro desiderio per “uno stadio ‘alla vecchia maniera’ è pura utopia“, gli ultras non nascondono i propri timori e scetticismi verso un progetto volto innanzitutto alla monetizzazione, che rischia di snaturare il Tardini – “patrimonio sportivo nazionale” – a discapito dei tifosi e della comunità.

In tal senso, i suggerimenti del gruppo sono incentrati essenzialmente sulla conservazione dell’esistente, dal mantenimento del nome per “sia lo stadio Ennio Tardini, ma soprattutto la curva nord MATTEO BAGNARESI“, a quello dei “nostri murales” e di “una zona ‘a gradoni’ nelle primissime file” della medesima curva. Sulla stessa logica, i Boys non vedono di buon occhio un potenziale ampliamento della struttura a danno del quartiere Cittadella. Paventano inoltre l’inserimento di “negozi di grandi catene o fast food che nulla hanno a che fare con lo sport” nell’ottica di rendere lo Stadio fruibile sette giorni su sette. In tal senso, gli ultras chiedono che la designazione degli spazi venga gestita “in base al servizio offerto alla società” e non intacchi la Nord, ostacolandone l’accesso ai tifosi e attirando con esercizi commerciali “persone non interessate al Parma calcio e che nulla hanno a che vedere con il luogo in cui si trovano e quello che rappresenta“.

In conclusione, i Boys non sono ostili a priori a ogni possibile modifica volta a riqualificare l’impianto – sottolineano infatti la necessità di creare un settore destinato a portatori di disabilità, e suggeriscono di convertire la curva Sud ormai in disuso in un “settore famiglie” o “settore giovani“. Tuttavia, ribadiscono il rispetto del “volere della comunità” come condizione imprescindibile, e mettono in guardia contro il rischio – per loro inaccettabile – di un rincaro dei biglietti in curva o un aumento dei costi dei servizi per ammortizzare le spese del progetto.

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