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Quartieri, viaggio in Oltretorrente: “Il grande dimenticato” | INCHIESTA

“Dell’Oltretorrente ci si ricorda solo in campagna elettorale”: è questa la frase più comune che…

Dell’Oltretorrente ci si ricorda solo in campagna elettorale”: è questa la frase più comune che abbiamo raccolto tra residenti e commercianti di quello che è uno dei quartieri storici di Parma. Basta un giro per le vie principali del quartiere, per lo più deserte anche in pieno giorno, per accorgersi che qualcosa che non va c’è. Delle promesse della campagna elettorale qui non è arrivato ancora nulla: i commercianti si sentono abbandonati, dimenticati rispetto al vicino Centro Storico, come ad esempio è accaduto in occasione della pedonalizzazione pre-natalizia che si è fermata a metà di via Mazzini. Quella che, anche a livello turistico, dovrebbe essere la porta d’ingresso al quartiere – Piazzale Corridoni – sembra un piazzale adibito al bivacco di ogni genere: i vicini distributori automatici, ma non solo quelli, fanno che sì che a qualsiasi ora del giorno e della notte ci siano avventori seduti sui gradini del Monumento a mangiare e bere. Immaginando un turista che arriva dal Centro per scoprire le bellezze dell’Oltretorrente, che sono davvero tante e che meriterebbero di essere valorizzate diversamente, viene facile pensare che invece che continuare la visita nel quartiere, faccia marcia indietro sul Ponte di Mezzo. 

Sono anni – ci raccontano i commercianti di P.le Corridoni e via Bixio – che ci promettono l’installazione di barriere intorno al Monumento per evitare il bivacco. Basterebbe qualche fioriera, non ci vuole poi tanto per rendere più bello l’accesso al quartiere e per evitare che le persone continuino a sedersi sui gradini. Avevano parlato di dissuasori piramidali, esteticamente non sarebbe stato il massimo, ma almeno potevano essere funzionali. E’ vero che a volte ci sono i Carabinieri e la situazione migliora, ma non possiamo militarizzare una città H24 per renderla vivibile. In ogni caso, non li abbiamo ancora visti. Abbiamo perso le speranze, e dire che l’Oltretorrente sarebbe così bello, se adeguatamente valorizzat”. Ed effettivamente di cose da raccontare e da vedere in Oltretorrente ce ne sarebbero tante: pochi metri più avanti si apre su via D’Azeglio la Chiesa dell’Annunziata, il Duomo dell’Oltretorrente – così come lo chiamano i parmigiani – e poi l’Ospedale Vecchio, la storia delle Barricate, il Parco Ducale, Piazzale Picelli e la Chiesa del Quartiere…e la lista potrebbe andare ancora avanti: ciò che manca è un percorso strutturato, che riqualifichi veramente il quartiere e che porti i turisti “di qua dall’acqua”. 

Le strade dell’Oltretorrente sono state da sempre la culla del mondo artigiano di Parma: “Bisognerebbe ripartire da qui, dalle nostre origini, per ricreare una via che sia caratteristica di Parma, con le attività artigiane e i negozi di quartiere. Oggi siamo pieni di Kebab: cosa deve venire a fare la gente in via d’Azeglio? Non c’è più niente da vedere”. E in tema di pedonalizzazione c’è anche chi è favorevole ad alcune giornate dedicate al commercioma senza mercatini, altrimenti si fermano tutti nelle bancarelle e i negozi sono vuoti”. In fondo a via D’Azeglio, verso barriera Santa Croce, c’è anche chi accenna a giornate pedonali con spettacoli ed attrazioni: “Siamo disposti – affermano alcuni locali – anche a proporre a nostre spese l’intrattenimento, nel rispetto degli orari e delle esigenze dei residenti”. Va ricordato, infatti, che molti residenti non sono favorevoli alla movida su via D’Azeglio e sono malfidati nei confronti di iniziative di questo tipo poiché temono si possa ritornare alle situazioni di qualche anno fa, con musica e bivacco in strada fino a tarda notte. 

Un’altra criticità che abbiamo rilevato è quello dell’illuminazione: i residenti lamentano una scarsità di illuminazione nelle vie e nei borghi, che contribuisce a creare zone – come alcuni borghi nei pressi delle biblioteche e del Parco Ducale – di degrado. Ma certi episodi non accadono solo nei borghi: “Più volte – ci racconta un residente di Borgo Fornovo – ho sorpreso un uomo a fare pipì contro il muro della casa, in pieno giorno. Alle cinque di pomeriggio ci sono ancora in giro dei bambini: è normale che vedano scene di questo tipo?”. Eppure la situazione non sembra migliorare, nonostante “abbiamo mandato mail alla Polizia Locale, anche per le baby gang che lanciano petardi nelle bocche delle cantine o in mezzo al marciapiede, o chiamato per interventi: il più delle volte ci viene risposto che non hanno pattuglie. Capiamo che le criticità in città possano essere tante, però non si può continuare così”. 

Anche qui, come in altre zone della città, la raccolta differenziata non è efficiente: vuoi per la maleducazione di chi lascia i rifiuti in giro, vuoi perché esporre di sera comporta anche ritrovarsi i bidoni a distanza di metri da casa il giorno successivo e pieni di ogni altro tipo di rifiuto. Certo è che i cassonetti interrati in P.le Bertozzi potrebbero essere un incentivo importante per migliorare la pulizia del quartiere. Da P.le Bertozzi, raggiungiamo i pochi commercianti rimasti in via Imbriani: qui la necessità più impellente è il ripristino della linea di trasporto pubblico. “Da quando è stato tolto l’autobus – raccontano – vengono molte meno persone. Del resto come possono fare a raggiungerci? Non ci sono neanche parcheggi vicini. In campagna elettorale anche le associazioni dei commercianti avevano più volte ribadito come il trasporto pubblico fosse vitale per questa zona. In Via d’Azeglio di autobus ne passano fin troppi, qui da noi sarebbero sufficiente solo uno”. 

L’auspicio dei cittadini, anche se ormai l’atmosfera che si respira è quella di una mancata fiducia nei confronti delle Amministrazioni, è che il quartiere venga preso in considerazione e veramente riqualificato. In campagna elettorale, oltre ai già citati problemi, si era parlato anche di street tutor che – ad oggi – sono stati attivati solo in Ghiaia: “Il problema delle bande di ragazzini c’è anche qui: entrano nei negozi, ti prendono a male parole; specialmente il sabato pomeriggio. E’ difficile lavorare in questi condizioni”. E poi lotta al degrado, una maggiore sicurezza, attenzione al commercio e alle caratteristiche peculiari della via e – infine – il turismo, con un percorso che valorizzi veramente l’Oltretorrente e che possa essere il volano da cui far ripartire il quartiere. 

(Segnaliamo che le interviste sono state svolte a fine febbraio, quando ancora non si era a conoscenza dell’incontro di giovedì 16 marzo con l’assessore Vernizzi e le associazioni di Ascom e Confesercenti)

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