Concludiamo oggi i nostri approfondimenti sulla presenza del lupo in Appennino. L’inchiesta, che ha coinvolto tutti i settori, ha visto la partecipazione del Wolf Apennine Center – nelle persone di Luigi Molinari e Mario Andreani – di Coldiretti Parma e di Federcaccia Parma. Un argomento che divide ancora la popolazione, anche se la richiesta di un piano di gestione del lupo oggi si fa più insistente rispetto a qualche anno fa, sopratutto in seguito alle predazioni che sono avvenute in Appennino nelle scorse settimane. Oggi il lupo è una specie altamente protetta: i dati di Ispra dicono che negli ultimi anni la popolazione è aumentata, anche se – specialmente nell’arco alpino – gli esemplari sono più difficili da contare in quanto transfrontalieri.

Ma conosciamo davvero il lupo? Ecco dodici caratteristiche di questo grande predatore, che si erge al di sopra della catena alimentare, che abbiamo estratto da libro “Lupi e Uomini” di Barry Lopez.

43 kg e 65 cm al garrese

Sono le dimensioni del primo esemplare di Canis Lupus, così battezzato da Linneo nel 1758. L’individuo, un maschio, lasciava impronte di quasi tredici centimetri di lunghezza e poco più di una decina di larghezza.

Meccanismo termoregolatore

L’adattabilità del lupo ai diversi ambienti dipende anche dal suo meccanismo di termoregolazione. In condizioni di freddo estremo il lupo è in grado di ridurre il flusso sanguigno in prossimità della pelle e di conservare una maggiore quantità di calore. Nei giorni tiepidi i lupi disperdono calore ansimando, un metodo in apparenza stancante ma certo valido per raffreddarsi attraverso l’evaporazione, e gettandosi in fiumi e torrenti.

Fino al midollo

Il lupo ha 42 denti, suddivisi in canini, per azzannare; premolari, per recidere e strappare; molari per frantumare; incisivi per sgranocchiare; carnassiali per tagliare la carne e recidere i tendini. Il lupo può esercitare una pressione di oltre 100kg/cm, in grado di frantumare qualsiasi osso fino al midollo.

Innamorati

Durante l’accoppiamento esiste un legame fisico tra i lupi che può arrivare fino a trenta minuti. E’ stato ipotizzato che questa intimità rafforzi il vincolo monogamatico e galvanizzi il branco.

Il tasso di mortalità dei cuccioli è del 60%

Ci sono diversi fattori che incidono sulla mortalità dei cuccioli. Alla nascita i piccoli sono ciechi e sordi ed esigono fino a tre volte la quantità di proteine per peso rispetto agli adulti: la poca disponibilità di cibo porta ad una prima selezione. Altra causa di mortalità sono le ferite durante le lotte interne: i genitori uccidono (e mangiano) i piccoli offesi o colpiti da malattie.

Possono morire dissanguati tagliandosi la lingua con un osso

Numerosi sono i lupi colpiti da parassiti: internamente dalla tenia e dagli ascaridi, ed esternamente da zecche, pulci e acari. I lupi a volte tollerano la scabbia e soffrono di vari tumori. Rabbia e cimurro sono forse le malattie che con più virulenza aggrediscono i lupi. Tagliandosi la lingua con un osso potrebbero sanguinare fino alla morte; un seme portato dal vento potrebbe conficcarsi all’interno dell’orecchio e alterare completamente l’equilibrio dell’animale; gli aculei di porcospino possono condurre alla morte per tumefazione e infezione; la cataratta può portarli alla cecità.

Quando il capo è femmina

Le femmine di lupo possono guidare il branco e influenzare le sue attività. Possono anche sopravvivere ad una successione di maschi alfa. Solo le femmine, inoltre, possono decidere dove collocare la tana e scegliere il territorio di caccia.

Il lupo non ulula alla luna

L’ululato è l’emissione di una singola nota e può contenere fino a dodici armonici. Quando ululano in branco armonizzando, in modo da sembrare più numerosi. Gli ululati non vengono emessi solo in posizione eretta, ma anche da sdraiati o su un fianco. Sembra che la funzione dell’ululato sia di radunare il branco, prima e dopo la caccia, ma anche segnalare un’allarme e comunicare a grandi distanze. Non ululano durante la caccia, ma lo fanno dopo forse per celebrare la riuscita della battaglia. Non ci sono prove per cui i lupi ululino alla luna.

Non abbaiano come i cani

I lupi abbaiano raramente e comunque si tratta di un sordo “uof”. Non abbaiano di continuo come i cani ma emettono solo poche ripetizioni, per poi ritirarsi, magari quando un estraneo si avvicina al recinto. Gli abbai ascoltati sul campo vengono associati a una condizione di allerta; se questa dovesse verificarsi nei pressi della tana, un membro, di solito la femmina, prenderebbe ad abbaiare

Sentono il movimento di un topo sotto la neve

I lupi sentono fino ad una frequenza di 26kH, oltre il campo uditivo dell’uomo ed entro quello di delfini e pipistrelli. La capacità di distinguere i suoni acuti li aiuta a localizzare un roditore sotto un mucchio di neve.

Non mangiano lo stomaco

I lupi consumano una media giornaliera di carne che va dai due ai cinque chili e la accompagnano con grandi quantità d’acqua per prevenire l’avvelenamento ureico causato dall’alta produzione di urea associata alla dieta carnivora. La dieta del lupo consiste perlopiù in carne muscolosa e tessuti grassi di vari animali. Vengono inoltre mangiati cuore, polmoni, fegato e altri organi interni. Le ossa vengono schiacciate per accedere al midollo e i frammenti ossei più piccoli sono anch’essi graditi, così come a volte i peli e la pelle. L’unica parte costantemente ignorata è lo stomaco e i suoi contenuti.

I lupi uccidono gli ungulati più grossi correndo loro al fianco, colpendone le zampe, squartandone i fianchi e l’addome, aggrappandosi con violenza al naso e alla testa, sfiancandoli fino a farli crollare per la perdita di sangue e la lacerazione dei muscoli. A questo punto, di solito, aprono la cavità addominale della preda e cominciano a mangiare, a volte prima che l’animale sia morto. Se l’inseguimento e la lotta sono stati faticosi, il lupo può fermarsi a riposare prima di cibarsi.

Conversazione di morte

Lupi e prede sono capaci di fissarsi rimanendo assolutamente immobili, poi, subito dopo, un alce potrebbe girarsi e andarsene, oppure potrebbero essere i lupi a girarsi e andarsene, come invece potrebbero caricare e uccidere l’animale in meno di un minuto. Quello che traspare da tali sguardi sia uno scambio di informazioni tra predatore e preda capace di scatenare l’inseguimento o disinnescare la caccia all’istante. Questo scambio viene chiamato conversazione di morte.

È uno scambio cerimoniale, la carne della preda in cambio del rispetto del suo spirito. In questo modo, entrambi gli animali, e non solo il predatore, stabiliscono che l’incontro termini con la morte. In tutto questo esiste almeno un ordine sacro e nobiltà, ma è qualcosa che accade solo tra il lupo e le sue prede maggiori.

Tratto da: Lupi e Uomini di Barry Lopez